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https://www.youtube.com/watch?v=okxypSYNrE8
VI DOMENICA TEMPO ORDINARIO ANNO A
con P Justo Antonio Lofeudo MSE
L’ambientazione del Vangelo di Matteo nel capitolo 5, noto
come Discorso della montagna, è quella di una folla intorno
a Gesù sul pendio del monte Korazim, di fronte al mare di
Galilea.
Dopo le beatitudini c’è tutto il contrappunto tra “Avete
inteso che fu detto…” e “Ma io vi dico”, dove è chiaro
che Egli non è venuto ad abolire la Legge – come alcuni
allora lo accusavano – “finché non siano passati il cielo e la
terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della
Legge, senza che tutto sia avvenuto.”, dice chiaramente in
questo Vangelo. Gesù non è venuto a fare sconti sulla
Legge, ad abbassare l’asticella – come alcuni oggi
pretendono di fare – in modo che passi chi non può passare
altrimenti, cioè Gesù, non potrebbe mai rendersi
complice di alcuna esenzione o giustificare chi viola la
Legge. Gesù è il Figlio di Dio, è Dio, e -come abbiamo
ascoltato nella prima lettura del Libro del Siràcide- “Dio a
nessuno ha comandato di essere empio e a nessuno ha
dato il permesso di peccare”.
Purtroppo, c’è una falsa idea di misericordia che si è
clicca su https://youtu.be/jZJ7ptDzxOU
All’incontro avvenuto il 12 gennaio scorso alle ore 18 presso il Seminario vescovile diocesano di Senigallia erano presenti il Vescovo emerito Mons Giuseppe Orlantoni, l’assistente spirituale degli adoratori e del Movimento Mariano Mons Luciano Guerri , P Justo Lofeudo MSE ed alcuni adoratori della Cappella di adorazione perpetua a Senigallia.
Alla catechesi di P Justo Lofeudo è seguita una meditazione ed alcune testimonianze sempre sull’adorazione , segue un breve riassunto:
“Adorare senza interruzione è proclamare la regalità di Gesù nella nostra vita.
Dove sono due o tre Lui è presente.
Siamo degli evangelizzatori del nostro tempo e un’ora di adorazione porta grazia e pace. Una donna di nome Maria (come la Madonna) tramite l’adorazione sfugge alla tentazione del suicidio dopo la morte dei suoi figli, perdona il loro assassino e ne fa un adoratore a sua volta.
L’adorazione eucaristica diventa il vero centro delle nostre città e specialmente quella notturna porta tanta verità e veri e propri miracoli. Nel silenzio dell’adorazione la voce di Dio parla forte.
Voler diventare santi è l’unica forma di egoismo gradita al Signore”.
QUESTO VILLAGGIO ORDINA 6 GIOVANI, 3 SONO FRATELLI: IL SEGRETO? UNA CAPPELLA DI ADORAZIONE PERPETUA
di Javier Lozano / ReL
Bracigliano è un piccolo comune della provincia di Salerno , nella regione meridionale italiana della Campania. Ha appena 5.500 abitanti, ma in questo paese si è verificato un evento veramente soprannaturale, che ha avuto origine nel 2010 quando il parroco ha deciso di rischiare e installare una cappella dell’Adorazione
OMELIA DEL 6 GENNAIO 2023 EPIFANIA
di don Riccardo Pane , diocesi di Bologna
“Al centro della liturgia di oggi c’è una stella.
Se noi apriamo le pagine di un qualsiasi giornale troviamo l’oroscopo. Se scorriamo i canali televisivi, troviamo decine di astrologi che indagano il futuro osservando le stelle. l’idea di chi si affida a queste pratiche è che il mondo e la storia sia un orologio ordinato secondo delle leggi inesorabili che ne determinano non solo il funzionamento ma anche il corso: nulla può accadere di diverso rispetto a quello che è scritto nel destino stesso delle cose. In questa visione del mondonon c’è spazio per una provvidenza, per un piano orientato verso qualcosa di diverso, ma non c’è nemmeno spazio per la libertà umana: tutto è come deve essere e non può essere altrimenti.
La stella di Betlemme, ………..
Adorazione eucaristica (19°)
tratto dal libro “Adorazione” di P Serafino Tognetti
continua…
Secondo effetto
L’uomo eucaristico è un uomo che crede. Credere non vuol dire aderire ad una dottrina impersonale e astratta, ma aderire a Cristo: credo in Gesù. Credo, Signore, che Tu sei la pienezza, credo che tu sia morto e risorto, credo che Tu sia in me.
Santa Teresa di Gesù Bambino, poco prima di morire disse ad una suora: “Se sapeste in quali tenebre sono immersa; non credo più alla vita eterna!”. Questa frase non hanno avuto il coraggio di “passarla” negli scritti autobiografici, anche perché non l’ha scritta, ma l’ha detta. Come puoi canonizzare qualcuno che dice di non credere più nella vita eterna? E continua la santa: “Mi sembra che dopo questa vita mortale non ci sia più nulla. Tutto è scomparso per me. Non mi resta che l’amore”. Questa frase per me ha creato un problema enorme: se tu non credi più nella vita eterna – e Gesù ha detto “Io sono la vita eterna” – poi aggiungi che dopo la morte ti pare che vi sia più nulla, come puoi dire che non ti resta che l’amore? L’amore per chi? Se tu dici di non credere, chi ami? Eppure sappiamo che santa Teresina muore dicendo: “Mio
Adorazione Eucaristica (18°)
tratto dal libro “Adorazione” di P Serafino Tognetti
continua …
Adorazione come sguardo
Quando noi facciamo l’adorazione davanti al Santissimo, siamo come davanti ad un sole che si irradia; non siamo lì per dirgli i nostri bisogni (li sa già), non siamo lì per ricordare al Signore di essere buono (lo è già perché è la pietà infinita), non siamo lì per ottenere un intervento (è Lui l’intervento). Certo, il Signore dice “bussate e vi sarà aperto” (Mt 7,7), ma per prima cosa andiamo a Lui per sottometterci al suo sguardo. L’adorazione è fare spazio per riceverlo. Addirittura, secondo san Giovanni della Croce, Dio crea guardando. Io mi sottopongo al suo sguardo ed Egli
guardandomi mi crea. In che senso? Guardandomi porta la sua presenza in me.
Tra noi uomini non esiste solo la comunicazione verbale, ma anche quella visiva. Lo sguardo tende ad entrare dentro la persona, in un certo senso a possederla.
Mi piacerebbe fare una prova: mettere due persone di fronte a guardarsi fissi negli occhi e vedere quanto tempo resistono; dopo un po’, forse qualche istante soltanto, uno dei due non resisterà e
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dovrà abbassare o spostare lo sguardo. Se invece chiedo alle stesse persone di
Il giorno 1 novembre , giorno di tutti i Santi, si è aperta una nuova cappella di adorazione perpetua a Biella, in Piemonte.
E’ la cappella di don Fontanella, in via di beatificazione, presso il seminario di Biella: la cappella della Cripta in via Seminario 9.
Messa inaugurale : //youtu.be/3rXoVj0xPh8
https://www.youtube.com/watch?v=ayAS_SkUD0c
Adorazione eucaristica (17°)
tratto dal libro “Adorazione” di P Serafino Tognetti
continua …
Capitolo 9
L’UOMO NUOVO
L’Eucaristia è il Mistero della morte e resurrezione di Cristo, un atto solo, eterno che non viene “rifatto” nel tempo, ma che si fa presente nella sua attualità eterna per essere da me accolto. La Messa è dunque l’evento fatto presente.
La salvezza, infatti, non è un racconto: è una persona. Io mi salvo se raggiungo quella persona, la quale mi comunica, in un atto solo, la sua morte e la sua resurrezione. Quando il sacerdote dall’altare annuncia, dopo la consacrazione: “Mistero della fede”, la gente risponde: “Annunciamo la tua morte, proclamiamo la tua resurrezione, nell’attesa della tua venuta”, venuta futura, ma anche imminente; parliamo di tre atti, verbi legati concretamente ad una persona: non sono idee astratte o metafisiche.
“Tutto è compiuto” proclama Gesù dalla croce. Con il Sacrificio Egli arriva al culmine della sua missione perché con la propria obbedienza ha riscattato tutti gli uomini e
Adorazione eucaristica (16°)
tratto dal libro “Adorazione” di P. Serafino Tognetti
continua…
La lode diventa vita
Soltanto a vedere come quest’uomo pregava, la gente voleva andare a vivere con lui. Fu costretto a creare il Terz’Ordine Francescano perché si accorse che lo seguivano uomini e donne sposati. Egli obiettava: “Mi dispiace, non potete venire a farvi frati, avete famiglia!”. “Ma noi vogliamo seguirti!”. Fondò così la prima famiglia laicale della storia, col nome de “L’Ordine dei Penitenti”. I primi due terziari furono due di Poggibonsi (paese tra Siena e Firenze), Lucchese e Bonadonna, che divennero poi santi.
Ci fosse oggi un san Francesco! Ma, mi domando, perché non posso esserlo io? Non vogliamo scimmiottare nessuno, perché il carisma di san Francesco è anche particolare, ma quello che egli ci insegna è che possiamo tutti fare esperienza di Cristo nella preghiera. Dobbiamo pregare lo Spirito Santo perché vogliamo fare l’esperienza di Gesù, come e più di san Francesco. Mi piacerebbe vivere quell’amore, quella lode, quella supplica, quell’essere proiettato verso l’alto, verso il Padre… Anche Francesco era figlio di Adamo ed Eva, come sono io. Cosa mi manca? Probabilmente la sua fede.
“L’atto in cui termina la sua vita religiosa, in cui la vita religiosa di Francesco ha il
Adorazione Eucaristica (15°)
tratto dal libro “Adorazione” di P. Serafino Tognetti
continua ….
Capitolo 8
ADORARE DIO CON SAN FRANCESCO
Non si finirà mai di lodare Dio per la sua presenza nell’Eucarestia e per la grazia che ci dà nel poterlo adorare.
Prima di iniziare questo intervento, voglio raccontare quello che mi è successo qualche anno fa, quando sentii parlare delle cappelle di adorazione perpetua del Santissimo Sacramento. Mi trovavo a Perth, in Australia, e una sera fui invitato a cena da una famiglia; mi dissero che era loro ospite il responsabile mondiale delle cappelle dell’adorazione e che era gradita anche la mia presenza. Quando senti dire “responsabile mondiale” di qualcosa, non puoi rifiutare. Mi presentarono dunque padre Martin, un messicano, che mi disse: “Io ho il compito di girare le varie Diocesi e cercare di istituire delle cappelle dove si faccia l’adorazione perpetua del Santissimo Sacramento, 24 ore su 24”. E spiegò: “Io arrivo nelle Diocesi dove vengo invitato, espongo ai Vescovi il progetto, che consiste prima di tutto nel trovare le persone, circa 150-160 persone, per poi organizzare i turni di adorazione in un luogo adatto. Cerchiamo di trovare tali persone, spendo qualche giorno per spiegare le varie cose organizzative, istituisco un segretario coordinatore, che istituisca i turni e si prenda la responsabilità di far sì che quando qualcuno manca, ci sia comunque sempre qualche adoratore presente che possa rimpiazzarlo”. Capii dove sarebbe andato a parare: mi avrebbe chiesto di aiutarlo in Italia a creare qualcuna di queste cappelle. Avete presente il film “Invito a cena con delitto”? In questo caso il delitto sarebbe stato il mio, probabilmente. Comunque la cosa mi interessava e lo lasciai parlare. Alla fine chiesi: “Mi dica un po’, padre, quali sono le nazioni che hanno risposto meglio al suo appello?”. Mi rispose che erano la Corea e gli Stati Uniti. Fui sorpreso. Quando si dice Stati Uniti si pensa sempre alla nazione ricca, più interessata alle realtà economiche che a quelle dello Spirito. Gli domandai poi quali fossero invece quelle che avevano risposto meno. “L’Italia” mi disse immediatamente. Ci rimasi male. Commentò: “Vengo in Italia, ma sono i Vescovi stessi che a volte, quando tento di sollecitarli, mi rispondono che da loro non si