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OGNI 15 DEL MESE
RUBRICA a cura di P. Serafino Tognetti,
Comunità dei Figli di Dio

Adorazione Eucaristica (7°)

tratto dal libro “Adorazione” di P Serafino Tognetti

In senso stretto, Gesù poteva portare la croce fino al Calvario da solo, il Padre avrebbe potuto dargli un “surplus” d’energia per quell’ultimo tratto del percorso. Dire che Dio “ha bisogno” è quasi un’eresia; Dio, di per sé, non ha bisogno, ma vuole aver bisogno. La Passione che ci salva la compie Gesù: l’arresto l’ha subito Lui, la flagellazione, la coronazione di spine, l’agonia sulla croce… tutto, tutto ha fatto Gesù… tranne un pezzetto: gli ultimi cento metri prima di arrivare in cima al Calvario. Quelli li fa un uomo portando la croce al posto di Gesù. Il 99,9% lo fa il Cristo, lo 0,1% lo fa un uomo. Ma la Provvidenza dispose che senza quella frazione minima, la Redenzione non sarebbe avvenuta.

L’adorazione è allora quel nostro zero-virgola-uno per cento? Penso di sì. Fa tutto

Dio, ma con l’adorazione io apro il suo canale di misericordia che si riversa sul mondo intero. Disseta i campi aridi l’acqua o l’operaio che apre la chiavica del canale? Certamente l’acqua, ma ci vuole anche l’operaio.

Dio può far tutto quello che vuole, ma mi chiede di compiere un atto d’amore puro d’adorazione per poter operare grazie di santificazione e di conversione che però io non vedrò mai (o quasi mai). Ma se so questo, allora l’adorazione diventa l’atto più utile e più importante della vita della Chiesa, perché la missione della Chiesa è la santificazione del mondo, la conversione dei peccatori. Con la penitenza e l’adorazione posso agire sul mondo intero.

Scrive Divo Barsotti: L’atto più alto di carità è adorazione: Dio che, unico, vive nel nulla della creatura[1]. Nell’adorazione io cerco di realizzare l’unione con Lui e Lui in me viene a compiere la sua volontà che è una volontà salvifica.

Duplice effetto

L’adorazione ha un duplice effetto: la consolazione del Cuore di Cristo e la riparazione dei peccati. Consolazione perché Dio è amore e desidera essere amato, conosciuto, consolato. Lo disse chiaramente a santa Margherita Maria Alacoque: “Almeno tu amami”. E le altre suore? Se apparisse oggi ad una suora e le dicesse questo, forse ella risponderebbe: “No, Signore, tu sai che anche le mie consorelle ti amano…”. Eppure, Egli chiese proprio questo: come un mendicante d’amore che chiede umilmente di essere amato.

In una pagina del Diario di santa Faustina Kowalska, si racconta che un giorno il Signore disse a Faustina: “Sto per andarmene da questo convento”. Ma, Signore, dove vai? Oltretutto la presenza di Gesù nel Santissimo sacramento del convento è garantita… Gesù dice a santa Faustina che stava per andarsene perché nel convento non c’era carità.

Gesù chiede di essere amato. E come posso amarlo? Non certo mandando dei baci con il gesto della mano, o facendo suonare il mandolino, ma con l’atto d’amore a Dio. Diceva Gesù alla Consolata Betrone: “Ogni volta che dici: «Gesù, Maria vi amo», ripari mille bestemmie”. Mille sono tante. Ma quante bestemmie si dicono ogni giorno nella nostra Italia, che pure è terra di santi di tradizione cristiana? Ahimè, meglio non pensarci… Ma noi possiamo fare qualcosa: amare Gesù, e quindi riparare quest’orrendo peccato.

Penso che in Paradiso i consolatori avranno un posto molto elevato. Ci saranno i dottori, le vergini, i martiri… non si parla mai dei consolatori. Noi stessi abbiamo bisogno di essere consolati, ma se io so che il cuore di Cristo è piagato e sofferente ed Egli desidera da me un atto semplice di bontà e di carità nei suoi confronti, perché non lo faccio?

Adorazione come esorcismo

 L’atto dell’adorazione scaccia il demonio e questa è una bella notizia.

Il demonio cerca di dialogare con Adamo ed Eva, vuole la loro attenzione, vuole in ultimo la loro adorazione. Lo dice chiaramente il Vangelo di Luca nell’episodio delle tentazioni di Gesù nel deserto. Nella terza tentazione leggiamo: “Il diavolo lo condusse sopra un alto monte e gli mostrò tutti i regni del mondo e gli disse: Tutte queste cose ti darò se tu, prostrato, mi adorerai” (Lc 4,5-7). Satana vuole l’adorazione nostra, ma qui tenta addirittura di avere l’adorazione di Dio. Impossibile, ma ci ha provato. Se avesse avuto l’adorazione da Dio, sarebbe stata la fine di tutto, perché il Figlio ama (adora) il Padre e vive del suo amore. Alla tentazione Gesù risponde: “Vattene Satana. Sta scritto: Adora il Signore tuo Dio, a Lui solo rendi culto” (Lc 4,8).

Il peccato di Satana è nel rifiutarsi di adorare Dio. Secondo tanti padri spirituali, quando a Lucifero fu prospettata l’incarnazione del Verbo, egli avrebbe detto: “Io non adorerò mai Dio in un uomo, perché è una natura inferiore alla mia”. E così, essendosi ribellato alla Volontà del Padre, precipitò dal Cielo all’Inferno. Egli quindi non si sarebbe rifiutato di riconoscere la divina maestà di Dio, ma di adorare Gesù, l’uomo-Dio.

Ora, non potendo andare contro Dio, egli cerca di rovinare l’opera di Dio, cioè l’uomo, facendosi adorare. Satana non appare mai con le corna, la coda e con l’odore di zolfo gridando: “adorami!”, perché tutti diremmo: “Vai via Satana. Io adoro solo Dio!”. Appare invece in una bella forma: per esempio in uno stipendio raddoppiato, o in una grande e bella casa, o in un lavoro di grande prestigio. Appare a un pover’uomo dicendogli: “Se mi adori, sarai ricco e potente”, cioè mi adorerai nelle cose: la carriera, i soldi, il potere. Sono gli idoli. Chi adora gli idoli si distacca da Dio e in qualche modo adora Satana, perché Satana si nasconde dietro gli idoli. E quindi vince, perché viene così adorato.

Il demonio non ha l’adorazione dell’uomo-Dio, ma la mia che vivo per gli idoli. È un pericolo molto concreto anche per noi: magari andiamo in chiesa, ma la nostra vera meta è la ricchezza, nelle sue varie forme. Faccio la Comunione, ma il nostro vero pensiero non è quello di stare con Dio, quanto piuttosto di avere buona salute, vincere quel concorso, avere di più.

La risposta di Gesù è perentoria: “Vattene Satana. Dio solo adorerai”. E questa ingiunzione è sempre attuale. Anche oggi, mentre adoro Dio – perché rimane vero che “Dio solo adorerai” – il Signore ripete al maligno: “Vattene Satana”. Qui non interviene padre Amorth o l’esorcista della Diocesi; lo dice Gesù Cristo in persona. È chiaro che il sacerdote esorcista dice la stessa cosa nel nome di Gesù, ma mentre adoro Dio risento nelle mie orecchie Gesù che intima a Satana: “vattene!”. Se sto adorando Dio, al tempo stesso smaschero gl’idoli. Adorando Dio, entro in quel “vattene” detto dal più grande esorcista della storia, il quale scacciava il demonio con un atto della volontà, perché entro nella verità e la verità è Dio.

 

 

[1] A. Colzi, Una Comunità e il suo fondatore – Don Divo Barsotti e la Comunità dei figli di Dio, stampato e distribuito in proprio dalla Comunità dei figli di Dio, Settignano (FI) 2004, p. 69.