OGNI 15 DEL MESE
RUBRICA a cura di P. Serafino Tognetti,
Comunità dei Figli di Dio
L’ adorazione eucaristica (4°)
tratto dal libro “Adorazione” di Padre Serafino Tognetti
Capitolo 2
MESSA E ADORAZIONE
L’adorazione di Dio e la santa Messa sono due realtà strettamente legate una all’altra. Per cercare di capirne la connessione, in questa meditazione seguiremo il pensiero di Divo Barsotti, citando alcuni pensieri tratti dai suoi scritti. Innanzitutto è bene ricordare come la Messa sia il sacrificio di Cristo che si offre al Padre e che si dà a noi per farci vivere la sua vita divina. Il nostro Dio è il Dio che viene: il corpo di Cristo è un corpo dato, il sangue di Cristo è un sangue versato, sono verbi che dicono movimento, come già affermato in precedenza. Gesù nell’ultima cena offre Se stesso con un imperativo; non dice: “Prendete e, se volete, chi se la sente, mangi!”. Dice: “Prendete e mangiate!
Questo è il mio corpo. Prendete e bevete! Questo è il mio sangue”. Prendete! È una volontà precisa.
Il corpo e il sangue di Cristo ci vengono dati affinché noi ci trasformiamo in quello che mangiamo e beviamo, in ordine alla nostra divinizzazione.
Scrive Divo Barsotti: “La comunione realizza la trasformazione dell’essere, sicché pian piano tutto l’uomo s’illumina e si trasfigura nella santità divina” 1 .
Questa è opera di Dio. Il mio ruolo è, se vogliamo, passivo, cioè si tratta di un vero consenso: io sono uno spazio vuoto che offro al Signore ed Egli lo riempie della sua essenza sacrificata e glorificata.
“Se tu vuoi essere amato – continua il nostro autore – è nel tuo donarti a Lui, è nel lasciarti possedere che scopri la tua gioia; e, come nulla Egli riserva per sé, così nulla puoi tollerare che ti rimanga e che Lui non possegga” 2 .
Quando Dio viene a me, non tiene niente per sé, il suo dono è assoluto e completo. Non è che il Signore venga a me e una parte sua rimanga in Paradiso; se Egli si fa presente, viene in blocco, totalmente. Ecco perché quando mangio il corpo di Cristo vengono a me anche tutti i santi del cielo.
È pensabile che Gesù venga e san Giuseppe rimanga in Paradiso? Immaginate forse che dica a san Giuseppe: “Aspetta un attimo che vado giù da Giancarlo o da Giovanna, poi torno subito”? Gesù quando si muove, lo fa nella pienezza del suo corpo reale che è il corpo mistico, il Christus totus, l’insieme di tutti quelli che sono in Cristo.
Quando mi accosto alla comunione, entro in una compagnia meravigliosa, nel Cristo, ma anche in tutti coloro che sono in Lui. Avviene una fusione, un’unione vera e propria anche se io non avverto niente, o se mi posso distrarre. Santa Gemma Galgani diceva che l’unico peccato di cui era cosciente era quello di essersi distratta cinque minuti dal Signore. Potete dire questo anche voi?
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1 AA.VV., Don Divo Barsotti: tracce di un carisma – Relazioni, interventi, testimonianze sul padre fondatore della Comunità dei figli di Dio, Comunità dei figli di Dio, Settignano-Firenze 2008, p. 42.
2 D. Barsotti, La vita in Cristo, Paccagnella Edizioni, San Lazzaro di Savena (BO) 2000, p. 185.
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Forse vi siete distratti più di cinque minuti, magari sei? Ebbene, anche se ci distraiamo, questa comunione con l’intero Paradiso avviene realmente.
Scrive Divo Barsotti: “Il frutto del sacrificio eucaristico non è la presenza di Gesù sotto la specie del pane, ma sei tu, tu stesso che Egli assume nel suo corpo e fa Uno col suo corpo perché tu viva davanti al Padre” 3 . Qui già capite che non posso adorare veramente se prima non faccio la santa Comunione.
Continua don Barsotti: “Se Gesù è ancora «un Egli» davanti a te, tu sei ancora estraneo a Dio.
Sentire, vivere Dio non come l’Altro, ma come la tua vita, il tuo respiro” 4 . Non si tratta quindi di percepire una potenza estranea, ma Dio nell’intimo. “Dio non è Altro da te – nel Cristo «ego et Pater Unum sumus»” 5 .
È una parafrasi di quanto si trova negli scritti paolini: “Non sono più io che vivo, ma il Cristo vive in me” (Gal 2,20). E continua: “Ma nel Cristo, e solo nel Cristo che è il Figlio di Dio, perciò è salva la trascendenza di Dio, ed è assolutamente ripudiato ogni monismo. Dio non è Altro da te, perché semmai sei tu Altro da te” 6 . In altri termini, ordinariamente io non mi possiedo pienamente, non sono me stesso, vivo in superficie, vivo una vita umana che non è la vita di Dio, mentre invece, se faccio davvero la santa Comunione, mi posseggo pienamente perché il Cristo mi unisce a sé, divento uno col Cristo in faccia al Padre. Tutto questo avviene nella santa Messa.
continua…….