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L’Eucaristia è il segno sacramentale che mi indica che lì, in quel Pane c’è Dio.II Domenica TO Anno A

 

Vedendo Gesù venendo verso di lui, Giovanni il Battista disse: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!” Questo è l’agnello che salva il mondo, il Messia di Israele profetizzato da Isaia, a chi Dio dice: “E’ troppo poco che tu sia il Messia, il restauratore e salvatore di Israele, Tu devi portare la salvezza all’estremità della terra”Ecco l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, dice il sacerdote nella conclusione del rito di comunione, mostrando la Sacra Ostia al popolo di Dio. Lo stesso Gesù di Nazareth, il Messia di Israele, il Salvatore del mondo, di tutti e ciascuno di noi, di tutti gli uomini di tutti i tempi è davanti a noi in quell’apparenza di pane.

L’Eucaristia è Gesù Cristo, è Dio con noi. E davanti a Dio ci dichiariamo indegni “Signore, io non sono degno di partecipare alla tua mensa…” Non sono degno di fare la comunione, non sono degno di accostarmi al banchetto sacro dell’Eucaristia. Nessuno nemmeno gli angeli sono degni. Sei Tu, che per la tua misericordiosa condiscendenza arrivi a me e quando io vedo, come il Battista, che Tu vieni a me, ti riconosco e cado in ginocchio per adorarti. E dopo adorarti entro in comunione con Te, perché Tu mi hai giustificato col tuo Sangue, mi hai reso giusto, mi hai accolto nella tua giustizia misericordiosa, che mi permette farmi uno con Te e con gli altri fratelli.

L’Eucaristia è il segno sacramentale che m’indica che li, in quel Pane c’è Dio, che si è fatto Pane di Vita per generarmi alla vita eterna. “Chi mangia la mia carne…”. Che mi fa partecipe del suo sacrificio redentore e di comunione, che mi da la sua Presenza e davanti alla Sua Presenza rispondo con la mia adorazione, cioè con la risposta di fede e di amore che Lui è Dio.

 

Per questo motivo, la Santa Messa, ossia l’Eucaristia celebrata è in sé un atto di adorazione. Il più sublime. L’adorazione forma parte della celebrazione, anzi è la più importante parte della celebrazione al punto che se non c’è adorazione non c’è vera celebrazione. Adorazione durante la consacrazione, adorazione nell’elevazione del Pane e del Vino consacrati, adorazione prima, durante e dopo la comunione.

 

Il Signore, nell’Eucaristia –come dice il salmo- si è chinato su di noi e noi ci inginocchiamo dinanzi a Lui e ci disponiamo (perché anche questo implica l’adorazione, il riconoscimento reverente di Lui) a fare la sua volontà.

 

Il vero adoratore è chi compie la volontà del Padre. Il Padre cerca quelli adoratori in spirito e verità, che conoscano e riconoscano Suo Figlio e lo adorino. Adorando il Figlio adoriamo Dio nell’unità della divinità.

 

Così come Gesù ci toglie i peccati col lavacro dello Spirito, nel battesimo e in ogni confessione sacramentale, anche ci purifica in ogni momento di adorazione e ci fa capire che per adorare chi è tre volte Santo occorre intraprendere un cammino di santità, di conversione.

 

Tutti siamo chiamati a credere in Dio, ad accogliere Gesù come il nostro Salvatore, che è Dio fatto uomo, e perciò ad adorarlo. L’adorazione non è una opzione, non la è per il credente. Né è un lusso ma una priorità e un bisogno per noi. Allora, tutti siamo chiamati a adorare Dio. Voi siete invitati a adorarlo e la Chiesa vi da la possibilità di farlo quando volete. Per questo abbiamo il progetto dell’AEP perché così potreste scegliere l’ora e il giorno che volete poiché tutte le ore e tutti i giorni sono disponibili.