REGGIO EMILIA: SESTO ANNIVERSARIO
OSPEDALE DI REGGIO EMILIA SESTO ANNIVERSARIO DELLA CAPPELLA DI ADORAZIONE PERPETUA |
Concelebrata dai Cappuccini, padre Paolo Poli e padre Camillo, coadiuvati da due diaconi, la Santa Messa, in Ospedale il 1° gennaio 2014 alle ore 16.00, è stata presieduta da Padre Justo Antonio Lo Feudo, MSE (Missionario della S.S. Eucaristia), promotore nel mondo dell’Adorazione Eucaristica Perpetua che da sei anni si tiene anche presso la cappella dell’Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, 24 ore su 24, con la presenza alternata di Adoratori in ogni ora del giorno e della notte.
Padre Justo, nella sua significativa omelia, nel ricordare le tante ricorrenze nella giornata del 1° gennaio: la solennità della Madonna, Madre di Dio; l’ottava del Natale, che lo conclude; la giornata della Pace; il giorno della Circoncisione di Gesù ( in cui Gli è stato dato anche il nome), si è soffermato sul “nostro sesto” anniversario di Adorazione Perpetua.
In Ospedale questa è la prima esperienza in assoluto in Europa e da essa sono scaturite le esperienze di Sassuolo, poi, da poco tempo, quella dell’Ospedale di Fermo e c’è un progetto di portarla nell’Ospedale di Verona. ”E’ molto gradita al Signore l’esperienza nei luoghi di sofferenza” ha affermato Padre Justo e, nello spiegare come la Madre di Gesù sia anche Madre di Dio, ha chiarito come la missione della Madonna sia sempre stata quella di portare Dio tra gli uomini: l ‘Emmanuele “ Dio con noi”.
I primi Adoratori, dopo Maria e Giuseppe, sono stati i pastori che si prostrarono in Adorazione di un Dio Bambino, il Dio del Cielo in una stalla e …solo i semplici … non i potenti…sono riusciti a trovarlo.
“E’ importante” poi, ha detto, “ci sia sempre nella Cappella una porta aperta per tutti e chi, entrando anche per caso, si rende conto del modo di Dio di essere Onnipotente – che si cela ai grandi e si manifesta “nella brezza e nella tenerezza”- si inginocchia e trova la gioia.
Come i pastori noi tutti dobbiamo metterci in un cammino, che è cammino di conversione.
E rivolgendosi ai numerosi adoratori presenti:“Anche come Adoratore non sono mai arrivato, ma nel cammino che sto facendo riconosco meglio le mie macchie, il mio peccato”.
Nella mangiatoia Dio ci ha mostrato la gloria del suo Amore.
La stessa cosa avviene nella Eucaristia: Dio si cela anche qui perché noi scopriamo, tramite la nostra fede, la Sua presenza: Presenza Eucaristica, dove c’è la Pace.
Il regno del Cielo è dunque qui.
Il Signore ci invita a varcare quella soglia, ci attira attraverso la soglia e possiamo così conoscere una pace sconosciuta da cui parte un cammino personale di conversione, da parte di ciascuno.”
”Voi Adoratori siete evangelizzatori in quanto lasciate le porte aperte e permettete che qualcun altro entri e…conosca”.
“La pace poi si ottiene per la preghiera del cuore riconciliato che sa chiedere perdono e perdona, come ci insegna il Padre Nostro.
“Perdonare con la volontà, non con il sentimento”.
Infatti, ha meglio spiegato, perdonare non è un sentimento ma una decisione, un preciso atto di volontà.
Padre Justo ha poi invitato a fare un bilancio dell’anno appena trascorso, valutando tutti i doni ricevuti.
”Ogni ora di adorazione è un dono di Dio “ ha affermato, “ una grazia infinita”.
Dobbiamo quindi ringraziare per questo dono di Adorazione perpetua “Come in Cielo così a Reggio Emilia”, ha concluso.
Padre Paolo Poli, nell’augurare a tutti i presenti Buon Anno, ha ringraziato sia Padre Justo per avere dato l’input per l’Adorazione perpetua che gli Adoratori che si alternano giorno e notte.
“Il Signore ha fissato la tenda in mezzo a noi”, in Ospedale e “gli sponsor siamo noi” ha affermato Padre Paolo, “coloro che credono nel dono prezioso dell’Adorazione perpetua”.
Sono seguite preghiere, perché qualcun altro sappia accogliere questi invito “celeste”, per gli ammalati e la missione di Padre Justo, per gli Adoratori che il Signore ha chiamato a sé.
All’offertorio poi sono stati portati alcuni disegni fatti da bambini che vivono in case di accoglienza, per non perdere di vista i valori della famiglia e l’unità dei cristiani, un fiore offerto dalla comunità polacca, molto presente in Ospedale per significare la cura e l’assistenza alla persona, una coperta per ricordare le persone che mancano del soddisfacimento dei beni di prima necessità, i santini da distribuire nell’anno agli ammalati, uno strumento medico per riconoscere il servizio di chi è vicino agli ammalati con competenza e professionalità.
LAVORO e SOLIDARIETA’ infine i due cartelli deposti sull’altare fin dall’inizio della celebrazione, accanto a Gesù Bambino per presentare al Signore le difficoltà più grosse: la mancanza di lavoro ed il bisogno di condividere le difficoltà tra di noi.